Proseguiamo il nostro viaggio nelle origini dei biglietti da visita con una raccolta di carte commerciali. L’aspetto divertente di questa collezione non è tanto legato alla fattura o all’estetica di questi effimeri cartacei, quanto agli usi dell’epoca che emergono dalle didascalie che accompagnano le immagini. Scopriamo insieme queste strabilianti chicche!
Biglietti da visita e carte commerciali
Abbiamo visto come a partire dal Seicento e ancor di più nel Settecento a Parigi (nella prima parte che trovi qui) e in altre zone della Francia e d’Europa, sia nata l’esigenza di promuovere la propria attività commerciale attraverso la stampa di supporti cartacei.
Nel XVII secolo a Londra si diffusero un tipo di cartoncini che avevano la funzione del nostro attuale volantino. Non essendoci un sistema di numerazione formale delle strade, artigiani e imprese crearono dei biglietti pubblicitari con mappe e indicazioni per essere trovati.
Nel corso del Settecento, era ormai una consuetudine affidarsi ad un artista e/o artigiano per farsi realizzare la propria carta commerciale. Queste potevano essere di dimensioni ridotte, per passare di mano in mano proprio come avviene ancora oggi per i nostri classici biglietti da visita, oppure, diventare delle vere e proprie inserzioni pubblicitarie, grandi quanto una pagina che venivano inserite all’interno di pubblicazioni. Successivamente, con la rivoluzione industriale, la produzione di biglietti da visita diminuì. Con l’avvento della stampa, furono sostituiti in gran parte dai primi annunci pubblicitari stampati sui giornali.
Un’altro mezzo per veicolare il proprio prestigio o la propria identità era l’applicazione di Ex-Libris. Queste etichette venivano solitamente incollate all’interno della prima pagina di un libro per indicarne il proprietario, ma in realtà potevano anche essere duplicate ed utilizzate per diffondere la propria immagine.
Dalla formalità dei vassoi d’argento della nobiltà ai fini più commerciali, i biglietti da visita sono diventati un vero e proprio strumento utile allo scambio di informazioni di contatto. Unendo le funzioni di presentazione e di rintracciabilità si sono sviluppati così come li identifichiamo oggi, delle vere e proprie Business card.
La collezione del barone Ferdinand de Rothschild
Tutte le testimonianze visive inserite in questi articoli, legati alle origini dei biglietti da visita, giungono dalla meravigliosa collezione digitalizzata del barone Ferdinand de Rothschild.
Nel 1891 il barone acquisì una numerosa quantità di supporti cartacei relativi al commercio, dal suo architetto Gabriel Hippolyte Destailleur (1822–1893). Una volta giunte al maniero di Waddesdon, sono state riorganizzate e catalogate in quattro volumi. La collezione contiene oltre 700 carte commerciali e articoli simili, provenienti da Francia e Germania.
Troviamo un campionario di artisti e artigiani quali: pittori, decoratori, mercanti d’arte, insegnanti, acconciatori e parruccai, cappellai, sarti, modiste, commercianti di nastri o fiori in tessuto, commercianti di tessuti, ricamatrici, venditori di maschere e ventagli, cartolai, giocattolai, orafi, gioiellieri, commercianti di perle, tipografi, cartolai, librai, bibliotecari, ottici, avvocati, notai, ingegneri, cartografi, filosofi, pasticceri, droghieri, profumieri, corrieri, cocchieri, locandieri, ristoratori, chef, tabaccai, artisti dello spettacolo e dell’intrattenimento, costruttori di strumenti musicali, produttori di utensili e strumenti chirurgici, armaioli, esattori delle tasse, tabaccai.
La collezione di questi effimeri cartacei, prodotti tra gli inizi del XVII e il XIX secolo, non raccoglie solo biglietti da visita, ma una serie di mezzi affini, utili a diffondere la propria identità visiva.
La raccolta comprende: annunci pubblicitari, ex libris, frontespizi, lettere commerciali, fatture, documenti, certificati, dediche, biglietti di ingresso, inviti, etichette per prodotti, packaging, istruzioni, augurali, opuscoli, locandine, listini prezzi.
Insomma davvero un po’ di tutto per avere un quadro sulle usanze di questi due secoli e sul come siano nati e diffusi i supporti cartacei per la brand identity.
Il maniero di Waddesdon fu costruito dal barone Ferdinand de Rothschild tra il 1874 e il 1885 per mostrare la sua collezione di arti e intrattenere il mondo alla moda.
Visto che a noi dame curiose piace moltissimo immergerci in questi Cabinet des Curiosités, speriamo di poter tornare presto a viaggiare e magari fare proprio un salto in Inghilterra per visitare questo splendido maniero.
Sono certa che anche oggi, avrai trovato ottimi suggerimenti per gli acquisti da aggiungere a quelli della prima parte del nostro viaggio nel mondo del mondo dei biglietti da visita che abbiamo fatto qui.
Nel frattempo ti lascio ancora qualche immagine per apprezzare questa incredibile collezione. Ti saluto e ti do appuntamento al prossimo Gran Tour a bordo della CappelFiera nel magico regno della tipografia del passato.
À bientôt Madame Framboise
un altro mondo …..grazie