Hai mai sentito parlare delle Damine Paffé? Probabilmente no, visto che nessuno le ha mai sentite nominare e tutti ignorano la loro magica esistenza. Tutti, tranne coloro che entrano nel Regno Prezioso di Madame Framboise. Scopriamo insieme cosa centrano le Damine Paffé con i costumi per il balletto dell’illustratore costumista Louis-René Boquet.
Cosa significa Paffé?
Cominciamo con il dire che il termine Paffé non esiste. Nessuna etimologia che ci venga in soccorso. Nel linguaggio comune e nel dizionario della lingua italiana questo aggettivo non compare. A dire il vero, nemmeno in quella francese! Ma allora cosa significa?
Nulla! È semplicemente un suono onomatopeico nato accidentalmente. Immaginate queste damine, o meglio più delle ballerine, con una gonna di tulle leggero che ondeggia leggiadra ad ogni movimento. Come un tutù che ad ogni gentile e aggraziata riverenza sposta l’aria facendo “Paffé“.
Un equivoco tipografico
In una domenica d’inverno, immersa tra vecchie pagine ingiallite e polverose, mi sono imbattuta in un frontespizio con questa dicitura “Paffé“. Comincio a cercarne la traduzione, ma niente. Nessun vocabolo o immagine che possa aiutarmi a capirne il senso. La mia testolina riccioluta si sforza di capire che cosa possa mai voler dire, passano le ore e nulla di utile mi viene incontro.
Ad un certo punto vengo folgorata dalla rivelazione più ovvia! Una cosa che sapevo benissimo, ma persa nella composizione grafica e nel lettering in script, mi ha tratto in inganno.
Nei libri di una volta la lettera “s” lunga veniva scritta con un carattere tipografico che assomiglia alla nostra f senza il tagliettino orizzontale al centro. Quasi tutte le lingue Europee che hanno l’alfabeto latino hanno utilizzato questo carattere. In francese e in inglese questo tipo di scrittura è rimasta presente fino alla rivoluzione industriale, per questo ancora oggi troviamo libri con queste strane parole.
Il frontespizio in questione non riportava la parola Paffé, bensì in lingua francese il termine Passé. Dopo una squisita risata per questo buffo equivoco, mi sono soffermata su questo
suono onomatopeico che mi ricordava tanto le ballerine di Louis-René Boquet.
Chi era Louis-René Boquet?
Trovare notizie approfondite e dettagliate sulla biografia di Louis-René Boquet (1717-1814) non è una cosa semplice. Sappiamo che nella sua famiglia vi erano diversi artisti, pittori, paesaggisti, pastellisti (molto in voga a quel tempo) e scultori di cui alcuni al servizio del re. Il figlio Pierre-Louis Boquet (1741-1814) diventò anche lui costumista dell’Opera.
Louis-René Boquet era il disegnatore dei costumi per il balletto dell’Opera, direttore dei Menus-Plaisirs del re e membro dell’Accademia Reale di Musica.
Nacque nel 1717 a Parigi, studiò disegno e si specializzò nella pittura decorativa per miniature e ventagli. All’età di 17 anni cominciò la sua gavetta presso il celebre Francois Boucher, pittore rococò di dame alla moda, tra cui la favorita di Luigi XV Madame Pompadour.
Diventando “pittore del re“, si occupò della realizzazione dei costumi per gli spettacoli che si tennero presso il Théâtre des Petits Appartements di Versailles. Venne nominato Ispettore Generale dei Menus-Plaisirs du Roi.
Il contributo di Boquet e Noverre alla storia dei costumi per il balletto
Ho iniziato scherzosamente questo post spiegando perché chiamo le sue danzatrici Paffé, ma non è un caso. Il suo incontro con il ballerino Jean-George Noverre influì in modo decisivo sui costumi per il balletto.
Noverre è considerato il padre del balletto moderno. Un maestro di danza che dopo essersi esibito alla corte di Luigi XV, girò l’Europa e finì al servizio di Maria Teresa d’Austria, come maestro dei balletti di corte. Quando Maria Antonietta diventò regina di Francia, lo riportò a Parigi nominandolo maestro di ballo dell’Opera nazionale, tra il 1776 e il 1788.
Jean-Georges Noverre criticò la danza del suo tempo, sostenendo che non avrebbe dovuto ridursi solo al divertimento. Il ballo doveva emozionare in modo naturale, seguire una narrazione drammatica in modo appassionato, valorizzare i costumi e le usanze dei popoli.
Approfondì la teoria del “ballet d’action”. Il balletto oltre alla musica e al canto, con la mimica avrebbe dovuto narrare una storia. Attraverso la trama doveva raccontare il suo dramma, rendendo particolarmente espressivi i personaggi ed emozionare il pubblico. Identificò tre differenti “ballet d’action”: la danse noble (la tragedia), la danse demi-caractère (commedia) e la danse comique (comica e grottesca)
Il danzatore per esprimersi al meglio, avrebbe dovuto sviluppare una sensibilità artistica a tutto tondo, studiando la pittura, la poesia, la musica, l’anatomia e la geometria.
Maquette de Costume pour Serviens Pas de deux Louis René Boquet @ Bibliothèque nationale de France Maquette de Costume pour Serviens Pas de deux Louis René Boquet @ Bibliothèque nationale de France
Senza perdersi troppo dietro ai tecnicismi, il balletto doveva trasmettere il sentimento. Per questa ragione eliminò la maschera che cela e soffoca i moti dell’animo e sostenne l’uso di costumi più leggeri. Anche i costumi per il balletto dovevano evocare i sentimenti e trasmetterli al pubblico. Avrebbero dovuto favorire l’azione senza intralciare il movimento del ballerino.
Dalla collaborazione di questi due artisti cominciò l’evoluzione che portò alla nascita del costume romantico e di quello che nella prima metà del XIX secolo diventerà, a tutti gli effetti, il balletto romantico.
I Menus Plaisirs du Roi
Maquette de costume pour un spectacle non identifié Louis René Boquet @ Bibliothèque nationale de France Maquette de costume pour un spectacle non identifié Louis René Boquet @ Bibliothèque nationale de France
Louis-René Boquet: premier Dessinateur des Menus Plaisirs du Roi de France. Insomma mica uno qualunque! Era il costumista al servizio di Luigi XV. Ma cosa sono i Menus-Plaisirs, detti semplicemente i Menus?
I Menus erano una sezione dell’amministrazione reale della monarchia francese specializzata nell’organizzazione delle varie cerimonie: feste, spettacoli, fuochi d’artificio, balli e maschere, in sostanza dei “Piaceri del re“. In realtà erano comprese anche le cerimonie funebri, meno liete, ma pur sempre solenni e in grado di evidenziare e ostentare potere e ricchezza.
Con Luigi XIV l’amministrazione e la direzione di questi spettacoli di corte avveniva in collaborazione tra Versailles e l’Opera.
Al servizio dei Menus de Plaisirs lavorarono i più talentuosi artisti del tempo. Tra gli illustratori dei costumi per il balletto oltre a Boquet troviamo Henri de Gissey e Jean Berain
I costumi per il Balletto e le Damine Paffé
Trovo queste illustrazioni davvero sfiziose! Abiti riccamente decorati come usava la moda del tempo, teatrali e allo stesso tempo buffi.
Hanno un ché di bizzarro e ironico avvolte in questo effetto zuccheroso. Le ballerine sembrano vestite di meringa e soffici nuvole di zucchero filato. Tessuti arricciati impreziositi da rouches, fiocchi, nastri e piccoli tocchi di colore dati da fiori o gemme.
Molte di queste illustrazioni raffigurano i costumi legati alla mitologia classica. Io qui ho appositamente selezionato quelle “paffé“, dall’aspetto più goloso. Sembrano profumare di zucchero a velo vanigliato e fiori freschi, insomma non sono una vera delizia?
Ti lascio con una graziosa gallery in stile Marie Antoinette e ti saluto fino al prossimo viaggio nel mondo dell’illustrazione retrò.
À bientôt Madame Framboise