Pierre Joseph Redouté l’illustratore botanico che con le sue delicate e raffinati stampe floreali conquistò Parigi. Dalla protezione di Maria Antonietta alle mogli di Napoleone I, Giuseppina e Maria Luisa. Scopri lo charme delle sue illustrazioni!
Nel Giardino del Re
Parigi, prima di avvalersi del prestigioso titolo di capitale della moda, nei secoli precedenti ai fasti della corte di Versailles, cominciò a sviluppare un notevole interesse per la botanica. Nel 1635 Luigi XIII creò le Jardin de Roi, ovvero l’orto botanico che ai tempi del figlio, il re sole Luigi XIV, vantava il più grande assortimento di piante originarie da tutto il mondo, presso la quale trovarono impiego un considerevole numero di scienziati e giardinieri.
Con la nascita delle collezioni di piante esiccate, i numerosi botanici poterono approfondire i loro studi, dando vita alla ricerca. A Parigi troviamo la più vasta documentazione grazie alla Collection des Vélins, ovvero una raccolta di illustrazioni iperrealiste.
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Nacque la figura del “Peintre ordinaire du Roi pour la miniature”, ovvero l’ambita figura dell’illustratore che poteva soggiornare nei giardini reali e aveva il compito di riprodurre fedelmente nei minimi dettagli su pergamena piante e animali. Dalla seconda metà del settecento con la diffusione dell’acquerello si sostituì il supporto della pergamena con la carta.
Nonostante le rivolte che portarono alla fine dell’Ancien Régime, nessuna di queste opere fu danneggiata e proprio un paio di mesi successivi alla ghigliottina di Maria Antonietta, un nuovo illustratore ricevette l’incarico di riprodurre l’orto botanico parigino che prese il nome di Jardin des Plantes, una divisione dell’attuale Museo Nazionale di Storia Naturale.
Pierre Joseph Redouté: il Raffaello dei fiori
Nato in Belgio il 10 luglio 1959, da una modesta famiglia di artigiani/artisti, all’età di 23 anni raggiunse a Parigi il fratello maggiore che lavorava come decoratore di interni. Qui cominciò a vendere le sue tavole di fiori del Jardin de Roi che realizzava nel tempo libero, finché un giorno L’Héritier, un magistrato parigino appassionato di botanica lo notò e lo introdusse all’illustrazione scientifica e alla corte di Versailles.
Nel 1787, Redouté, su suo consiglio si recò a Londra dove studiò le diverse tecniche di incisione e stampa. Rientrò a Parigi nel 1788 facendo il suo ingresso alla corte. Nonostante il caos divampato con il regime del Terrore, Pierre Joseph Redouté continuò a lavorare ininterrottamente per la Collection des Vèlines. Fu proprio nel 1793, anno della decapitazione di Luigi XVI e 9 mesi dopo di Maria Antonietta che realizzò la sua prima esposizione nei saloni parigini.
Pierre Joseph Redouté diventò un celebre pittore/illustratore/incisore grazie alla bellezza delle oltre 2000 illustrazioni che ancora oggi trovano grande apprezzamento nella riproduzione delle stampe artistiche e nella decorazione di tessuti e porcellane. La meravigliosa delicatezza dei suoi acquerelli gli valsero il soprannome di Raffaello dei fiori. Dotato di un’incredibile sensibilità artistica, conquistò la protezione di Maria Antonietta, e successivamente, quella delle due mogli di Napoleone I. Divenne il pittore ufficiale dell’elegantissima Giuseppina e insegnò a dipingere alla più virtuosa, timida e domestica Maria Luisa d’Austria (nipote di Maria Antonietta).
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“Mi sono dedicato ai più completi lavori di botanica e credo di averlo fatto con successo sotto i tre profili della precisione, della composizione e del colore, che solo se coniugati tra loro possono condurre alla perfezione l’iconografia botanica”. Pierre-Joseph Redouté, 1827
Nonostante il successo dovuto alle sue numerose pubblicazioni, desideroso di ampliare il castello di Fleury si indebitò a tal punto da dover lavorare fino in tarda età come insegnante e come pittore di nature morte.
Nel 1827 pubblicò la raccolta delle sue opere più celebri in “Opere Scelte” con l’aggiunta di alcune novità, una selezione dei fiori e frutti più belli, spesso in compagnia di insetti e farfalle.
Morì indebitato tra il 19 e il 20 giugno del 1840. La sera prima realizzò il suo ultimo disegno, un giglio bianco regalatogli dalla figlia “ancora imperlato di rugiada”. Ad un mese dal suo decesso la moglie e la figlia dovettero vendere all’asta il castello di Fleury e lo studio parigino.
Pierre Joseph Redouté: Disegnatore e pittore del Gabinetto della Regina.
Maria Antonietta a Versailles e soprattutto quando si trasferì al Petit Trianon, manifestò la sua grande predilezione per la natura. Fu totalmente conquistata dalla bellezza e dal profumo dei fiori che giacinti, tulipani, iris, violette e rose diventarono essenze per il bagno e gli ambienti corone fra i capelli e decorazioni sui vestiti. (qui puoi leggere qualcosa in più sull’argomento)
Un giorno, mentre la modista Rose Bertin era intenta a guarnire un abito di Maria Antonietta con i fiori freschi, entrò nel salottino Luigi XVI. Rose tentò di ritirarsi, ma la regina chiese al re che la stilista proseguisse l’opera, perché
il valore di quell’ornamento era proprio nella freschezza dei fiori.
Luigi XVI si complimentò e Rose proseguì.
La regina seguì di persona i lavori di restauro dei giardini del Petit Trianon ed una delle sue dame era incaricata di garantire fiori freschi e profumati negli enormi vasi disposti nei suoi appartamenti. Al castello di Choisy si sbizzarrì a dipingere le rose incastonate in una spalliera lunga quasi tre metri. Le rose furono la sua più grande passione che condivise con l’artista Pierre Joseph Redouté e che si meritò così il titolo di disegnatore e pittore del Gabinetto della Regina.
La regina della notte
Uno dei fiori preferiti da Maria Antonietta fu la Selenicereus Grandiflorus, chiamata anche La Regina della notte, per via della sua fioritura notturna. In una leggenda si racconta che questo fiore particolarmente profumato, venne dipinto di fronte alla famiglia reale da Pierre Joseph Redouté al Tempio nel Parco di Versailles, proprio allo scoccare della mezzanotte mentre sbocciava in tutta la sua bellezza.
Sua maestà la rosa
Pierre Joseph Redouté fu un grande uomo d’affari. Creò un atelier presso il quale istruiva alla pittura giovani artisti e artiste, e riuscì a raggiungere il successo economico conquistando il gusto dei mecenati dell’epoca che erano disposti a pagare grosse somme per entrare in possesso delle sue raffinatissime tavole. Giocò d’astuzia, prediligendo gli acquerelli e i disegni a grafite di rose e gigli, i più apprezzati fra le piante decorative.
Nel 1802, all’apice della sua carriera artistica, cominciò l’ambizioso progetto del Les Liliacées, 486 incisioni dedicate ai gigli e similari. Una volta completata Les Liliacées, opera sostenuta economicamente da Napoleone I, alla morte di Giuseppina si dedicò alla sua opera più celebre destinata alle rose: Les Roses. Tra il 1817 e il 1824, sempre in collaborazione con incisori e stampatori, pubblicò i tre volumi contenenti 169 incisioni che lo consacrarono come il “Raffaello dei Fiori”.
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Giuseppina che mal sopportava Napoleone, una volta ottenuto il divorzio fece del castello della Malmaison la sua residenza. Si occupò del restauro dei giardini in stile inglese, facendo piantare duecento specie di rose provenienti dalla Persia. Si appassionò talmente alle rose che cercò le più rare in tutto il mondo e Napoleone la omaggiò di quelle recuperate in viaggio nelle battaglie. Alla morte di Giuseppina nel 1814, nel giardino si contò lo splendore di ben 197 specie diverse di rose, dalle quali ne vennero create oltre un migliaio, grazie ai numerosi incroci realizzati negli anni a seguire.
Oltre ai precedenti acquerelli realizzati presso il giardino del castello di Malmaison, alla scomparsa della sovrana, Pierre Joseph Redouté creò Les Roses con la costosissima tecnica dell’incisione su rame a pointillé. Un’infinità di puntini accoglievano il colore sulla lastra di rame per imprimerlo sulla carta con un’ineguagliabile raffinatezza. Le stampe più pregiate venivano successivamente rifinite a pennello, direttamente dall’artista con colori ad acqua.
Come creare una Moodboard ispirandoci alle rose di Pierre Joseph Redouté
Non poteva di certo mancare la nostra amatissima rubrica “Le Moodboard di Versailles” Mode, divertimenti e follie della corte.
La moodboard dedicata a Pierre Joseph Redouté non ci racconta di stravaganti follie della corte come nelle precedenti che puoi leggere qui e qui :P. Descrive invece, quello spirito romantico e primaverile dedicato allo sbocciare della natura. Vediamo insieme come è stata realizzata.
Tavola n. 143 di Pierre Joseph Redouté: per estrarre la palette colori di questa moodboard siamo partiti proprio da una sua tavola botanica, la n. 143 tratta da “Choix des plus belles fleurs” con rosa centifolia, anemone e clematide.
I portoni Parigini colorati: Le immagini primaverili floreali mi hanno subito portato alle bellissime foto di Georgianna Lane il cui motto è Where Life is Blooming. Georgianna, oltre ai soggetti floreali, ha catturato numerosi dettagli nelle città di Parigi, Londra e New York. Tra i suoi innumerevoli scatti parigini troviamo i bellissimi portoni colorati, eccone uno in un interessantissimo e inusuale color burgundy.
Maria Antonietta: Questo è il celebre scatto di Annie Leibovitz per Vogue che ritrae Maria Antonietta, interpretata dall’attrice Kirsten Dunst nella pellicola di Sofia Coppola. Le carte da parati, i tessuti d’arredo e da sartoria hanno preso ispirazione dai fiori che troviamo in natura.
Un tocco francese ed uno inglese
Fioriture inglesi: Le rose di Redouté ci riportano subito alle rose inglesi e alle innumerevoli fioriture primaverili che vengono riccamente enfatizzate negli ingressi e negli shop londinesi. Ho pensato alle coloratissime e tradizionali automobili d’epoca che sembrano fermare il tempo con un tocco glamour. Redouté tra il 1787 e il 1788 trascorse un anno a Londra per imparare le nuove tecniche di incisione e stampa.
Il Chintz: La raccolta parigina di tavole botaniche contiene esemplari floreali provenienti da tutto il mondo. La tavola 143 mi ricorda il celebre servizio di porcellane inglesi di Johnson Brothers. Il Chintz era un tipico tessuto importato dall’India dal 1600 stampato o dipinto con motivi floreali. Questo tipo di tessuti venivano impiegati inizialmente per la decorazione di interni e successivamente nell’abbigliamento. Nel 1720 il parlamento inglese ne vietò l’utilizzo, invece a Versailles continuarono a farne un grande uso.
Peggy Porschen: I fiori e il rosa ci riportano nell’Instagrammatissima pasticceria di Peggy Porschen. Famosa per le sue colazioni a base di cappuccino e cupcakes e per il suo ingresso tutto rosa sempre addobbato a festa con fiori.
Se adori il rosa e vorresti scoprire la capitale Inglese che brilla di questo colore puoi curiosare in questo post Pink London: la mia versione tutta rosa della capitale inglese.
Cosa ci racconta questa palette colori?
Questa palette decisamente romantica ci racconta delle fioriture primaverili e della voglia di tornare a immergersi nel verde che ritorna a brillare dopo l’inverno.
Colori dominanti: il Burgundy è un bordeaux violaceo, un colore misterioso e regale. Il rosa antico e il rosa chiaro addolciscono e ingentiliscono il romanticismo di questa palette, trasmettendo delicatezza e sensibilità.
Colori secondari: Verde salvia pastello e verde salvia più intenso. Il verde è un colore che infonde armonia ed equilibrio, legato alla natura, all’abbondanza e alla crescita.
E tu cosa pensi di questa Moodboard dedicata a Pierre Joseph Redouté ? E di questa Palette colore così romantica?
Se vuoi scoprire qualche simpatica curiosità sulle altre moodboard puoi andare qui “Come creare una Moodboard color Pulce” oppure qui “Come creare una moodboard con il color Caca Dauphin”
Come si sarebbero sbizzarriti a corte nel settecento se avessero avuto un Social Network tutto per loro?
Qui puoi saperne di più sul mio progetto illustrato dedicato alla stravagante community di InstaVersailles nel XVIII secolo! Le Influencer della cerchia di Maria Antonietta sono le protagoniste di questo spiritoso e immaginario social network
Ti aspetto nel prossimo viaggio per scoprire quale sarà la nuova Illustrissima della corte di Versailles.
À bientôt Madame Framboise
Bibliografia: se vuoi approfondire la lettura su Pierre Joseph Redouté o ammirare le sue meravigliose opere ti consiglio il bellissimo libro della casa editrice Taschen, The Book of Flowers di H. Walter Lack. Questo libro è uno dei miei preferiti della mia libreria, contiene una vasta raccolta di tavole stampate in un formato che gli rende giustizia.